Preposizioni

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Leonardo nasce Toscana, ad Anchiano pressi di Vinci, il 15 aprile 1452.

È il figlio di un notaio e di una contadina.

Essendo un figlio illegittimo, non può svolgere la professione del padre, né vivere con lui.

Passa così l’infanzia accudito dal nonno e dalla madre, libero di osservare la natura campagne e boschi che circondano il suo paese.

Dato che disegna bene, quando ha 12 anni, il padre lo manda alla bottega di Andrea del Verrocchio a Firenze.

Qui Leonardo impara le tecniche della pittura e della scultura e apprende nozioni di carpenteria, architettura, meccanica, anatomia.

A 30 anni, 1482, parte per Milano, inviato da Lorenzo il Magnifico, che manda volentieri gli artisti fiorentini alle corti delle altre città italiane.

Leonardo si presenta al duca Ludovico Sforza detto il Moro, con una lettera cui afferma che tempo di guerra può fare l’ingegnere militare e tempo di pace può svolgere varie funzioni: ingegnere, idraulico, architetto, scultore, pittore.

Ludovico Sforza è interessato soprattutto a vivere lusso, vestirsi alla moda e divertirsi, così incarica Leonardo di disegnare costumi e scenografie per le feste e le rappresentazioni di corte.

Leonardo, che ha iniziato a progettare macchine per gli usi più disparati, non lo delude, sorprendendo gli ospiti con marchingegni come il leone meccanico che porta doni o i pianeti che ruotano.

A Milano, dove resta per quasi vent’anni, Leonardo studia il latino, disegna l’Uomo Vitruviano e dipinge alcuni dei suoi capolavori: il ritratto di due delle amanti di Ludovico e, per il convento di S.Maria delle Grazie, l’Ultima Cena.

Lavora anche per dieci anni a un monumento equestre in memoria di Francesco Sforza, il padre di Ludovico.

Crea il modello in creta, ma quando è pronto a fondere il bronzo, i francesi attaccano la città.

Ludovico scappa e Leonardo inizia a spostarsi tra Mantova, Venezia, Firenze e Roma.

inverno del 1502, accetta l’incarico da parte di Francesco del Giocondo, mercante di tessuti, di fare il ritratto della moglie, monna Lisa Gherardini.

Non termina però il lavoro, anzi, dopo quattro anni, lo interrompe.

1517, infine, accetta l’invito di Francesco I e si trasferisce Francia, castello di Cloux, portando con sé il dipinto, al quale rimetterà mano per completarlo.

Muore 1519.




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