La sillaba è un’unità prosodica e quindi la divisione in sillabe di una parola dipende dalla pronuncia della parola stessa.
Sillabatore
Il problema principale della sillabazione automatica è dato dall’incontro di due vocali e dalla necessità di individuare gli iati. Per esempio, nella parola ‘pausa’ AU forma un dittongo (pàu-sa) mentre nella parola ‘paura’ AU forma uno iato (pa-ù-ra).
Alcune parole sono omografe: hanno la stessa grafia ma differiscono nella pronuncia e nel significato. Per esempio, le parole ‘circuito’ e ‘intuito’ sono sia sostantivi che aggettivi: nel primo caso UI forma un dittongo (cir-cùi-to, in-tùi-to), nel secondo caso forma uno iato (cir-cu-ì-to, in-tu-ì-to).
Alcune parole invece possono essere pronunciate (e sillabate) in modo diverso senza che il significato cambi: ‘gratuito’ (gra-tùi-to o gra-tu-ì-to), ‘fortuito’ (for-tùi-to o for-tu-ì-to), ‘diatriba’ (dia-trì-ba o di-à-tri-ba), ‘guaina’ (gua-ì-na o guài-na).
Infine, anche i dizionari non sempre concordano sulla sillabazione di alcune parole: per esempio, ‘viale’ (vi-a-le o via-le ?) o ‘biologia’ (bi-o-lo-gi-a o bio-lo-gi-a ?).
Un tipo di iato facilmente individuabile è quello tra prefisso e base delle parole composte (multietnico > mul-ti-et-ni-co; ma riuscire > riu-sci-re).
Nel sillabatore sono inserite le parole contenenti iati nella forma che hanno sui dizionari: i sostantivi e gli aggetti al singolare, i verbi all’infinito.
Naturalmente, il sillabatore automatico non può sillabare le parole di origine straniera che seguono regole di pronuncia differenti da quelle della lingua italiana, così come alcune parole di origine latina. Per esempio, nella parola ‘extramoenia’ moe si pronuncia me e quindi forma una sola sillaba: ex-tra-moe-nia.
Formano una sillaba
Vocale iniziale, quando è seguita da una consonante e una vocale
a-la
e-li-ca
i-do-lo
o-ro
u-no
Vocale + Consonante iniziali, quando sono seguite da una o più consonanti
al-to
al-tro
Consonante + Vocale
da-do
B, C, D, F, G, P, T, V + L, R + Vocale
blu
bra-vo
me-glio
S + Consonante + Vocale
ba-sta
mo-stra
spe-sa
spre-co
sce-na
CH, CI, GH, GI + Vocale
chi-lo
cia-o
ghi-ro
gial-lo
GN, PN, PS + Vocale
pu-gno
a-pne-a
psi-che
ca-psu-la
CT, FT, PT, MN iniziali + Vocale
cto-nio
fta-la-to
ptia-li-na
mne-mo-ni-ca
Dittonghi ascendenti
semiconsonante (i, u non accentata) + vocale
pia-no
pie-no
vio-la
fiu-me
qua-le
que-sto
cuo-re
lui
Dittonghi discendenti
vocale + semivocale (i, u non accentata)
mai
sei
noi
pau-sa
feu-do
Trittonghi
semiconsonante (i, u non accentata) + vocale + semivocale (i, u non accentata)
semiconsonante (i, u non accentata) + semiconsonante (i, u non accentata) + vocale
guai
miei
suoi
se-guia-mo
quie-te
e-lo-quio
a-iuo-la
I e U (quando sono semiconsonanti e semivocali) formano dittonghi e trittonghi perché, non essendo accentate, hanno una durata più breve delle vocali toniche.
Consonante finale apostrofata + sillaba della parola seguente
al-l’al-ba
Si dividono
Due consonanti uguali
pal-la
zup-pa
os-so
Due consonanti che non si usano all’inizio di una parola
ac-qua
cal-ma
or-ma
CT, FT, PT, MN (tranne quando sono all’inizio di una parola)
naf-ta
op-ta-re
am-ne-si-a
LDR, BTR, LTR, NTR, RTR, RST
al-tro-ve
den-tro
ar-tro-si
in-ter-sti-zio
Iati
vocale tonica + vocale tonica
pa-e-se
i-de-a
ca-os
ca-no-a
po-e-ta
ne-o
mi-a
mi-e
mi-o
ri-u-so
tu-a
tu-e
tu-o
flu-i-re
da-da-i-smo
caf-fe-i-na
ca-no-i-sta
ba-u-le
te-le-u-ten-te
Due vocali uguali
sci-i-sti-co
zo-o
Vocale + Dittongo
gio-ia
ac-cia-io
a-iu-to